Museo di Fisica

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La collezione Reale

Collezione RealeL’origine della collezione risale alle “macchine matematiche” giunte a Napoli in seguito dell’insediamento sul trono partenopeo nel 1734 di Carlo di Borbone. Del nucleo più antico è possibile ancora ammirare la lente obiettiva per cannocchiale (1645), firmata da Evangelista Torricelli, uno splendido orologio solare in oro e argento (1769) e una doppia lente ustoria firmata da Brander & Hölscher (1770 c.).

È con Ferdinando II che la collezione raggiunge l’apice dello splendore, arricchendosi di strumenti più moderni, realizzati da “macchinisti” stranieri, di cui le Bussole magnetiche e l’Eliostato, realizzati a Parigi da Gamby, la Macchina di Atwood, il microscopio composto di Dollond e quello acromatico di Chevalier sono solo alcuni degli esemplari ereditati dal Gabinetto universitario dopo l’Unità d’Italia e tutt’ora conservati al Museo.

Nella foto: Microscopio composto regalato a Francesco I di Borbone, G.B. Amici, Modena 1825.

Gli strumenti del Gabinetto Fisico dell’Università

Collezione Gabinetto UniversitarioIstituito nel 1811 da Gioacchino Murat, aveva una dotazione iniziale piuttosto scarna, costituita essenzialmente da prismi, specchi, giochi ottici e alcune camere chiare, costruite da Gaetano de Conciliis, primo direttore del Gabinetto. Successivamente si arricchisce con l’acquisizione di strumentazioni e macchine, provenienti dal Collegio Militare della Nunziatella e da Collezioni private. In occasione del VII Congresso degli Scienziati, tenutosi nel 1845 a Napoli, furono acquistati nuovi apparati ma bisognerà aspettare il 1878 con la direzione di Gilberto Govi, affinché il Gabinetto assuma l’aspetto di un vero e proprio laboratorio di ricerca sia grazie all’acquisizione di strumenti di altissima precisione come il catetometro, la macchina a dividere, la bilancia Deleuil sia attraverso il rinnovamento del settore degli apparecchi elettrici. Su questa scia di rinnovamento agiscono anche i successivi direttori, per cui ai primi del ‘900 il Gabinetto Fisico presenta una consistenza di circa 1300 strumenti.

Di questo patrimonio strumentario solo la metà è pervenuto fino a noi ed è conservato al Museo di Fisica.

Nella foto: Bilancia a doppi piattelli, Deleuil, Parigi, 1882.

Collezione Melloni

Collezione MelloniÈ il 1839 quando Ferdinando II chiama a Napoli il fisico parmense Macedonio Melloni per dirigere il nascente Osservatorio Meteorologico e Vesuviano oltre che il Conservatorio di Arti e Mestieri. Melloni, la cui fama è legata soprattutto alle ricerche sperimentali sul calore radiante, durante il soggiorno napoletano utilizza per i suoi studi diverse strumentazioni come un banco ottico costruito a Parigi da Ruhmkorff, completo di custodia con 46 accessori, un banco ottico portatile e un termomoltiplicatore. In occasione del VII Congresso degli Scienziati del 1845 fa costruire a Parigi da Henrie Lapaute una grande lente a gradinate con cui dimostra il potere calorico della luna. Inventa un singolare elettroscopio e ne affida la costruzione all’artigiano napoletano Saverio Gargiulo, che lo ultima solo un anno dopo la morte dello scienziato.

Tutte queste strumentazioni sono esposte al museo e costituiscono la “Collezione Melloni”.

Nella foto: Banco ottico del Melloni, Ruhmkorf, Parigi, prima metà ’800.